“Non un premio ma il giusto riconoscimento a chi ha dato tutto in questi 18 mesi”.
Siamo vicini alle prime scadenze contrattuali per tutti gli infermieri che hanno dato un grandissimo contributo in questo anno e mezzo di pandemia.
Tanto ringiovamento, tante forze fresche ai quali senza di loro le aziende sarebbero andate sicuramente in affanno, considerati i tanti anni di non assunzioni col blocco del turnover e non avrebbero mai raggiunto gli obiettivi e i risultati straordinari prima con i tamponi e successivamente con la campagna vaccinale, con Caserta che è stata modello per tante città della nostra regione e di tutto il nostro paese.
Questi ragazzi vanno rinnovati e sarebbe opportuno che le aziende si diano una mossa per far sì che venga adottato quanto descritto nel D.E.F. Documento Economico Finanziario della Regione Campania e quindi adeguare i contratti a 36 mesi di servizio per poi procedere alla stabilizzazione per coloro i quali hanno lottato e dato tutto in questa pandemia.
Tutto ciò non deve essere considerato come un premio ma semplicemente il riconoscimento, la stima e il rispetto per il grosso lavoro svolto e vi dico di più, che sia la svolta decisiva per la costruzione del futuro del Servizio Sanitario Regionale e Nazionale.
Come già ribadito in precedenza questa pandemia ha dimostrato a tutti che l’assistenza territoriale è fondamentale.
Se funziona totalmente la medicina e l’assistenza territoriale vi è un netto miglioramento della qualità assistenziale e la sicurezza delle cure. Gli ospedali diventano centri di eccellenza per chi veramente ha problemi di grossa rilevanza e necessita di un monitoraggio continuo e trattamento ospedaliero.
Condivido a pieno anche le iniziative a livello nazionale della Federazione Nazionale Infermieri (FNOPI) che insieme alla Fiaso, la federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere, con i rappresentanti degli ordini di medici e odontoiatri (Fnomceo), dei tecnici di radiologia, riabilitazione e prevenzione (Fno Tsrm e Pstrp) hanno avanzato una richiesta al Governo Draghi affinché si proceda all’assunzione definitiva del personale assunto durante il Covid.
La richiesta è articolata su due ipotesi da discutere con il governo». La prima: l’assunzione di chi avrà maturato, al 31 dicembre 2022, almeno dodici mesi di servizio. La seconda: prevedere il contratto a tempo indeterminato per chi, al 31 dicembre 2024, avrà già cumulato 36 mesi di servizio alle dipendenze dell’azienda o dell’ente del Servizio sanitario nazionale .
Come Ordine ci auguriamo che tutto questo accada quanto prima e che dal Governo centrale prima e dalle Regioni poi ci siano pronte risposte.
Mentre si attende, intanto le aziende sanitarie devono già attivarsi dai prossimi giorni col rinnovo dei contratti per continuare a garantire i servizi, migliorare ancor di più la qualità assistenziale e sopratutto soddisfare i livelli essenziali di assistenza per tutti i cittadini.